Introduco questa sezione con un interessante articolo tratto da missbiker.it.
“Donne e motori, gioie e dolori”… io direi “Donne e motori, gioie e passioni”.
Purtroppo non sono pochi i casi in cui le donne vengono considerate non in grado di fare determinate cose… da uomini… eppure ci sono molti uomini che fanno cose da donne… vorrei sapere nella testa di taluni quale concezione di costituzione cerebrale femminile hanno…
Ma la storia delle donne che esplorano gli ambiti cosiddetti “maschili” non è recente. In questo articolo si elencano alcuni nomi storici del motociclismo femminile.
Sally Halterman: argomento peso, spesso un tasto dolente, Sally pesava solo 40 kg e le moto degli anni ’30 non furono certo più leggere di quelle odierne… la passione la spinse oltre… prima donna “meccanico” in Columbia, aveva soli 27 anni e anche l’altezza, altro tasto dolente, 150 cm, non era di quelle più idonee.
Una studentessa meritevole, che ottenne la certificazione nel minor tempo e fu l’unica donna a alla quale fu concessa l’iscrizione al DC Motorcycle Club.
Nancy e Betty Debenham, due sorelle inglesi, che avevano la passione per le moto, scrissero il libro “Motociclismo per donne” del 1928.
Gli anni ’20 e ’30 sono noti per la diffusione delle motociclette su strada.
Il libro in questione era ricco di contenuti e di racconti personali, un esemplare fondamentale per descrivere la storia dell’emancipazione femminile, in questo caso, in particolar modo, nel Regno Unito.
Eppure dopo quasi un secolo sembra che la cosiddetta “emancipazione femminile” sembri solo un bel discorso da fare… il problema non sta in quello che una donna vuole fare… ma in quello che gli uomini vogliono riconosce di quella donna che vuole fare… spesso sminuita e abbattuta solo perché donna.
Beryl Swain, una motociclista londinese che sposò Edwin Swain negli anni ’50, un proprietario di un negozio di moto che la instradò verso la passione per le moto. Divenne nota per aver intrapreso in solitaria la TT Race dell’Isola di Man.
Lasciò di stucco i commissari che le revocarono la licenza internazionale, mettendo in arresto le sue possibilità.
Nel tempo furono introdotte regole relative al limite minimo di peso, classificando questo sport pericoloso per le donne, alle quali fu vietata l’iscrizione.
Ma nel 1962 partecipò, seppure a una gara minore, del TT e arrivò terza.
Elspeth Beard voleva fare il giro del mondo in moto in solitaria, nell’80 acquistò un R 60/6 e partì per la Scozia e l’Irlanda, poi percorse l’Europa continentale e la Corsica.
A 24 anni decise di intraprendere il suo viaggio, percorse più di 77 mila chilometri, non senza problemi tecnici e meccanici, malattie e meteo sfavorevole.
Theresa Wallach fu popolare nelle fabbriche di Norton, BSA, Triumph e AJS, affiancando collaudatori, ingegneri e piloti. Nata nei primi del ‘900, sin da ragazza guidava moto, fu respinta la ai moto club, in quanto donna.
Da allora cominciò a competere in eventi locali, conquistò diversi trofei, concluse viaggi in Africa e in America, si arruolò nell’esercito nel Corpo dei Trasporti durante la seconda guerra mondiale come meccanico.
Negli anni ’50 a New York lavorò come meccanico. Disse: “Quando ho visto la prima volta una moto è stato come un segno”; “è stata una emozione, il genere di cosa che fa scoppiare in lacrime una persona quando ascolta un brano musicale o in piedi senza fiato di fronte a una bella opera d’arte. Il motociclismo è uno strumento con cui è possibile realizzare qualcosa di significativo nella vostra vita. Si è arte!”
Dorothy “Dot” Robinson crebbe nella concessionaria di moto di famiglia, imparò subito a guidare. Successivamente, partecipò a corse endurance e vinse il suo primo trofeo nel 1930.
Fino ad arrivare nel 1934 al Campionato Nazionale Endurance nel Michigan, quando vinse come prima.
Nel 1940 fu la prima donna a vincere l’AMA, il concorso nazionale.
Kerry Kleid fu la prima donna ad ottenere una licenza AMA, il campionato di motocross in USA.
Chiese di partecipare a un concorso per soli uomini, per il quale le fu revocata la possibilità.
Fece causa e le fu concessa la licenza, aprendo, di fatto, le porte alla partecipazione delle donne al campionato americano.
Augusta e Adeline Van Buren due sorelle, nate alla fine dell’800, di New York City, furono le prime donne a guidare la moto nel Nord America.
Nel 1916 intrapresero il loro viaggio e furono le prime a raggiungere il Pike’s Peak, a 4300 metri di altezza, con una moto.
Augusta disse: “La donna può, se lo vuole”
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