Noxacp

Chi si prende sul serio è perduto

Il Coronavirus: forse che sì, forse che no

Stanotte
Sono andata in bagno
Mi sono concentrata
E ho espletato un pensiero per tutti noi <3
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Il Coronavirus: forse che sì, forse che no. Stanno esagerando? Non lo so, nessuna polemica, non serve.

Non ho paura? Col cacchio! Certo che ce l’ho. Solo un irresponsabile non ne avrebbe (il Maalox è diventato un ottimo amico ultimamente).

Il governo? Forse che sì, forse che no. Nessuna polemica, non serve. Ma sono cinica, anche i politici devono preservare le loro entrate, dunque un Paese in crisi non le garantisce.

Non ho fiducia nella politica, tante ipotesi stanno balenando nella mia testa, ma una sola certezza: anche i politici devono preservare le loro entrate. Come lo fanno? Facendo in modo di non farci cadere nel baratro.

Sono ottimista? Pessimista? Non lo so, non serve saperlo.

Quello che invece so, e che sto imparando, è che in una situazione d’emergenza bisogna avere fiducia (altrimenti ci estinguiamo).

FIDUCIA:

  • nelle persone che stanno gestendo la situazione dal punto di vista nazionale e internazionale;
  • nelle persone che sono in prima linea negli ospedali;
  • nelle persone che sono in seconda linea, come quelle che ti riparano il frigorifero e i fornelli (pur non lavorando nel “pubblico”, stanno continuando a fornire i loro servizi, entrando in contatto con un certo numero di persone ogni giorno, ma senza mancare al DOVERE e con le necessarie precauzioni sanitarie);
  • nelle persone che ci stanno intorno, che animano la nostra quotidianità, la famiglia, i colleghi, gli amici;
    NELLE PERSONE

Ah, sto imparando che da troppo tempo abbiamo anteposto noi stessi al senso civico (per svariati motivi politici e sociali), non serve saperlo, ma serve cambiare atteggiamento.

SENSO CIVICO

Sì, per la mia famiglia e i miei cari, ho scelto di non prendere il treno, quando sono sobbalzata dal divano… “Rimini, zona rossa”, il primo pensiero è stato “quando li rivedrò?”… ma ho pensato alla FIDUCIA e alla RESPONSABILITÀ

Sì, per il lavoro, ho scelto di rimanere a Rimini, la città che da 15 anni è la mia seconda casa. Il lavoro, non il mio, non quello di oggi, non quello di domani, ma quello che non manda in rovina l’Italia. RESPONSABILITÀ

Sì, per gli altri, non mi sono catapultata a svuotare gli scaffali dei negozi, perché se prendono tutto pochi, in molti rimangono senza (vedi le mamme senza latte per i figli)
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Ho la fortuna di lavorare nel settore digitale e come me, tanti, non si sentono giustificati dal Coronavirus per non lavorare. Chi, se non noi, dovrebbe organizzarsi con lo SMART WORKING, che in molti casi è la regola?

DIGITALE forse che sì, forse che no. Tante volte demonizzato, perché come al solito esageriamo, non sappiamo dare il giusto peso agli strumenti. Eppure, oggi nel 2020, a differenza di quanto accadde a Monza, nel ‘500, abbiamo questa grande possibilità per restare a galla.

Dunque, con il digitale si va avanti:

  • si può insegnare
  • si può lavorare
  • si può fare la spesa
  • si può rimanere in contatto con amici e parenti.

RESPONSABILITÀ CIVICA
Per questo non ho lasciato Rimini, perché io, chi lavora nel digitale, tutti, abbiamo il DOVERE di far restare a galla il Paese, non solo adesso, in emergenza, ma SEMPRE.

Ps: quella volta in cui in moto, sul Gran Sasso, una pioggia fitta sconvolse i nostri piani di viaggio, abbiamo avuto paura di andare oltre la vallata, oltre il muro di montagna. Acqua dovunque, freddo e ansia, ma siamo andati avanti, oltre, senza arrenderci, per poi trovare un clima asciutto, caldo e un giardino pronto ad accoglierci, oggi è un’esperienza che ricordo e che racconto con intensità. Domani sarà la stessa cosa <3