Questo è un lungo racconto di connessioni, tra nonni e nipoti. Certo, siamo noi che diamo un senso alle connessioni e non siamo ancora in grado di capire se esse esistono al di sopra di noi, ma ci piace osservarle romanticamente.
Nel periodo della mia nascita (un parto difficile), mia nonna Giusy, regala un Tronchetto della Felicità a mia mamma, che è sopravvissuto più di 20 anni. Da quando mi sono trasferita lontana da casa ho percepito un sempre maggiore deterioramento di questa pianta, mamma ci ha provato in tutti i modi a salvarla, ma niente. Ci abbiamo riprovato con altri tronchetti, ma non sono sopravvissuti più di 1 anno…
Poi a un certo punto mia nonna è venuta a mancare e ha lasciato a noi nipoti 50€ come piccolo regalino. Con quello ho acquistato un altro Tronchetto, nel momento in cui sono andata a convivere con la mia dolce metà, dopo non molto tempo. Quel Tronchetto aveva anche l’età della mia prima nipotina Alice (che ha una gatta che si chiama Maggy e la adora).
Intanto… ecco la storia di Cantina.
Era troppo piccola quando l’abbiamo trovata nella cantina di mio nonno, un piccolo batuffolo nero, che abbiamo raccolto e che ci siamo portati a casa.
Era l’anno in cui mio nonno era volato via e con lui, subito dopo, il suo gatto affezionato.
A quel punto ci era rimasto l’ultimo di una trafila di gatti, in giardino, questo era un po’ pazzo, sempre solitario, cercavamo compagnia per lui, fu un caso trovare Cantina.
Ne abbiamo avuti di gatti, lì, liberi nel giardino dei nonni, in quel piccolo angolo di paradiso per gatti, dove la legge della natura, dolce e crudele ha fatto il suo corso, quasi senza intervento umano, se non di pappa, coccole e cure mediche.
Avremo avuto una ventina di gatti, ma solo 2 sono state dolcissime, Jinksye e Cantina, lei era speciale. È stata d’ispirazione per mia sorella Giusy, che l’ha supportata nel parto e da lì ha scelto di voler stare al fianco delle partorienti, oggi è una dolcissima e competente ostetrica (che salva vite a bimbi, che come me, hanno bisogno di una mano per nascere).
Il tempo di crescere, che Cantina è rimasta incinta troppo presto, un corpicino troppo piccolo per sostenere 5 figli, solo 2 sono sopravvissuti, Luky (fortunato) e Just Just (giusto giusto).
Da quel momento.
Coccole, fusa, pappa, in quell’angolo di paradiso. La piccola, sola, abbandonata Cantina, aveva una dolce famiglia.
Poi però il bonus 110. Dopo circa 7 (8,9?) anni di “famiglia gattile” nel piccolo angolo di paradiso, Luky e JJ scelgono di scoprire il mondo, si intrufolano nella struttura in ristrutturazione, adiacente, e non trovano più la via del ritorno.
Quel piccolo angolo di paradiso, era abbastanza grande da lasciar loro buona parte della libertà che la vita poteva offrirgli, ma siamo animali e curiosi. Non ci basta conoscere il nostro mondo e la scoperta di altri mondi porta inevitabilmente a un cambiamento.
Ormai Cantina era anziana, ha passato la vita familiare tra le coccole, dopo la sofferenza del parto. Però poi, il non ritorno dei figli ha fatto precipitare la salute di Cantina, senza forze, conduceva la sua vita con qualche slinguazzata del suo fantomatico compagno (un po’ pazzo, lui per noi è solo “il gatto grigio”).
Nel frattempo anche il mio Tronchetto non se la passava benissimo, ho fatto di tutto. Al vivaio mi hanno chiesto “ma quanti anni ha?” Gli ho risposto 12, quando ha iniziato a star male. Hanno continuato “allora è un miracolato, non sopravvivono più di 2 o 3 anni!”.
Non mi sono rassegnata le ho provate tutte, come mia mamma fece con il suo Tronchetto. Ma niente, quest’anno Cantina e Tronky, ci hanno lasciati.
Ma è una storia di connessioni, dicevo.
La loro vita è giunta al termine, ma hanno traghettato una connessione… (Quella con i nonni) fino a quando l’anno scorso sono diventata proprietaria del piccolo giardino di paradiso per gatti, dove la natura dolce e crudele fa il suo corso, dove animali, piante e persone, vivono dolcemente e muoiono come la natura vuole.
Lì, la natura ha una casa che sopravvive da oltre un secolo. Benvenuti a casa mia.
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