Ricalcola il percorso, perché quando sbagli strada o ti obbligano a cambiarla è necessario non demordere. Anche quando sei “in riserva” troverai sempre una soluzione.
Troverai benzina, ristoro e un gelato vegan.
Questo è stato il viaggio dell’osservazione dei “cocci”, del passato, della vita, le crepe non sono più uno squarcio, una ferita aperta, ma una cicatrice che ha reso l’anima più forte.
Santo Stefano di Sessanio















Con un’altra prospettiva, un altro punto di vista, con il Divano, Fra nuvoletta e Yuri, abbiamo osservato, il percorso, i luoghi, il nostro passato.
Senza malinconia, ma con la curiosità di scoprire cosa ci aspetta. Con la forza di non arrendersi ai dolori fisici e morali, al caldo e al sudore.
Abbiamo alloggiato a Santo Stefano di Sessanio, bellissimo borgo segnato dal terremoto, abbandonato e ripopolato da chi dalle crepe ha fatto rinascere i fiori.












Colazione a Calascio ed escursione alla Rocca, al calar del sole, mentre il vento ha spazzato via ogni pensiero, che ho osservato dall’alto, e stavolta senza vertigini, ma con cognizione.
Ah! Anche qui è inaspettata la colazione vegan (qui a quanto pare “si usa”).
Rocca Calascio




A Campo Imperatore c’eravamo già stati, ma pioveva, avevamo già schivato lo sterco delle mucche, ma stavolta era asciutto, niente freddo, ma temperatura perfetta. Mentre il resto d’Italia è in balìa di Caronte e dei suoi oltre 40 gradi, noi, quelli li abbiamo lasciati venerdì in autostrada e li abbiamo ripresi domenica al ritorno.
Campo imperatore









Insomma, anche stavolta non abbiamo detto no agli arrosticini, ma soprattutto quello che ci eravamo persi l’altra volta, erano le padelle della fagiolata di “Continuavano a chiamarlo Trinità”, il Divano ci si è seduto lì. Emozionato come un bambino, di fronte alla storia del cinema italiano. Emozionato come un bambino per essere tornato a vivere intensamente la sua passione. #LAMPS
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